Teoria prassico motoria

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Dalla D.M. 27.12.2012 sui Bisogni Educativi Speciali (BES), nella scuola italiana particolare attenzione è stata rivolta agli interventi sui disturbi evolutivi specifici. Una via molto praticata è stata quella cognitivo-comportamentale. In quest’ultima, partendo dalla diagnosi desunta dall’utilizzo di test prestazionali centrati sulla lettura, scrittura e calcolo, il trattamento viene impostato sull’allenamento delle funzioni cognitive risultate deficitarie, attraverso particolari attività cognitive.

La nostra ricerca, invece, ha operato all’interno della cornice teorica della Teoria Prassico Motoria (Crispiani, 2011). Qui i disturbi evolutivi specifici vengono primariamente intesi come: disturbi disprassici; di natura neuromotoria, funzionale e qualitativa, con interessamento dei processi sequenziali nello spazio e nel tempo che comportano disfunzioni e dislateralità nella lettura, scrittura, abilità matematiche ed in molte altre funzioni esecutive.

Di conseguenza il progetto di ricerca ha inteso sostenere l’ipotesi che la motricità finalizzata (Lodi, 2014, 2015) migliori le funzioni esecutive degli studenti con Bisogni Educativi Speciali della scuola secondaria superiore di secondo grado, producendo di conseguenza miglioramenti nelle performance apprenditive.

Evidenziando il rilevante contributo della Pedagogia Speciale, in quanto cornice di riferimento nell’indirizzare adeguatamente le azioni da mettere in atto in chiave di integrazione ed inclusione a favore delle diversità, comprese quella espressa dagli studenti con BES (Moliterni, 2013), abbiamo tuttavia riscontrato la presenza di un numero esiguo di ricerche prossime alla nostra ipotesi sperimentale. A livello metodologico, la ricerca (gennaio 2017 - giugno 2018) si è mossa all’interno del modello quasi sperimentale A-B-A-B (Cottini, 2015), con due fasi di osservazione, intervallate da due fasi di rinforzo. La strategia di ricerca utilizzata è stata, invece, quella dello studio di caso multiplo (Yin, 1993; Benvenuto, 2015) riferito a 60 studenti con BES (41 dei quali hanno portato a termine l’intero percorso progettuale) distribuiti in 10 scuole superiori di Bari, Rimini e Roma e seguiti sotto il nostro coordinamento da 30 docenti di Scienze Motorie e Sportive in servizio presso quelle stesse scuole.

Guidati da un approccio misto quali/quantitativo, gli strumenti di prova utilizzati sono stati numerosi: dal diario di bordo, ad un protocollo – definito dal team di ricerca – di 15 attività motorie finalizzate con misurazioni ripetute e relativa analisi visiva; somministrazione del VMI test (Beery, Buktenica, 1997), valutazioni intermedie e finali degli ultimi due anni scolastici nelle discipline comuni, scheda di valutazione finale sintetica per ciascun discente compilato dal Consiglio di classe, focus group conclusivo con gli stessi studenti. Alla descrizione sintetica dei risultati complessivi emersi è stata abbinata la descrizione di 11 casi singoli, individuati con specifici criteri d’inclusione tra i 41 disponibili.